A Little Hope nel New Hampshire, la vivace Suzanne Stone ha deciso di uscire dal grigiore della fredda provincia e lo vuol fare tramite la televisione, nel cui potere crede ciecamente. Sposato Larry Maretto, figlio di un ristoratore locale, già nel viaggio di nozze in Florida rivela, accettando le avance di un produttore televisivo, la sua assenza di scrupoli morali. Autentica satira sul mondo statunitense, della sua televisione, del suo maniacale attaccamento all'immagine alla perfezione. Suzanne Stone è la personificazione del futile e della stupidità. E' una ragazza appartenente alla società media americana, vive nella tipica cittadina di provincia dove tutto nasce, vive e muore in un'atmosfera perbenista, perfettamente falsa, quasi irreale e tremendamente noiosa. Nella sua vita, tutto, sembra perfetto, eppure nella sua mente c'è qualcosa di distorto. La sua caparbietà è al limite del morboso e del disturbato. Decisa nei suoi progetti, ha sempre saputo quello che voleva dalla vita, fin da bambina e nessuno sarebbe stato mai in grado di fermarla: ne la sua famiglia, ne la sua città, ne suo marito, ne la sua situazaione di bambola sottosviluppata. Niente ha impedito a Suzanne di progettare il suo futuro aspirando al meglio. Profondamente sicura di se, al limite del ridicolo, non accetta un no come risposta, la parola fallimento non fa parte del suo vocabolario, ne' nel suo matrimonio, ne' sopratutto nel suo lavoro. Non ha nessun scrupolo, è disposta ad usare tutte le sua carte: astuzia, cattiveria, appeal, tenacia, e, per ultimo, l'omicidio. Una figura insolita dentro un piccola cittadina nel cuore degli States, ma questo film è l'esempio di come la televisione, con la sua forza manipolatrice, possa arrivare dappertutto. Un potere notevolissimo, ma anche terrificante. Gus Van Sant, in maniera subdula e sorniona ci mostra l'esasperazione di un sentimento che è presente nella società americana, che serpeggia inconsapevolmente nelle case di ignari spettatori domestici intrappolati da questa forza d'intrattenimento. Un film graffiante, a tratti scioccante, per la malvagità (o pazzia) di Suzanne, tipica oca giuliva, vestita con eccessivi tajeur color pasetllo, con unghie perfettamente curate, con capelli perfettamente laccati rincitrullita da un mondo fittizzio, lei che ha vittimizzato quasi tutti per il suo sogno, è rimasta inconsapevolmente vittima a sua volta. Suzanne Stone è magistralmente interpretato da una Nicole Kidman, che abbandona il ruolo di fragile e sensibile donna tormentata, ci regala un personaggio esaltato e sciocannte.
giovedì 25 febbraio 2010
Da Morire (1995)
Cast: Nicole Kidman, Matt Dillon, Joaquin Phoenix, Casey Affleck, Illeana Douglas, Alison Folland, Dan Hedaya, Wayne Knight, Kurtwood Smith, Holland Taylor Regia: Gus Van sant Sceneggiatura: Buck Henry Usa 1995
A Little Hope nel New Hampshire, la vivace Suzanne Stone ha deciso di uscire dal grigiore della fredda provincia e lo vuol fare tramite la televisione, nel cui potere crede ciecamente. Sposato Larry Maretto, figlio di un ristoratore locale, già nel viaggio di nozze in Florida rivela, accettando le avance di un produttore televisivo, la sua assenza di scrupoli morali. Autentica satira sul mondo statunitense, della sua televisione, del suo maniacale attaccamento all'immagine alla perfezione. Suzanne Stone è la personificazione del futile e della stupidità. E' una ragazza appartenente alla società media americana, vive nella tipica cittadina di provincia dove tutto nasce, vive e muore in un'atmosfera perbenista, perfettamente falsa, quasi irreale e tremendamente noiosa. Nella sua vita, tutto, sembra perfetto, eppure nella sua mente c'è qualcosa di distorto. La sua caparbietà è al limite del morboso e del disturbato. Decisa nei suoi progetti, ha sempre saputo quello che voleva dalla vita, fin da bambina e nessuno sarebbe stato mai in grado di fermarla: ne la sua famiglia, ne la sua città, ne suo marito, ne la sua situazaione di bambola sottosviluppata. Niente ha impedito a Suzanne di progettare il suo futuro aspirando al meglio. Profondamente sicura di se, al limite del ridicolo, non accetta un no come risposta, la parola fallimento non fa parte del suo vocabolario, ne' nel suo matrimonio, ne' sopratutto nel suo lavoro. Non ha nessun scrupolo, è disposta ad usare tutte le sua carte: astuzia, cattiveria, appeal, tenacia, e, per ultimo, l'omicidio. Una figura insolita dentro un piccola cittadina nel cuore degli States, ma questo film è l'esempio di come la televisione, con la sua forza manipolatrice, possa arrivare dappertutto. Un potere notevolissimo, ma anche terrificante. Gus Van Sant, in maniera subdula e sorniona ci mostra l'esasperazione di un sentimento che è presente nella società americana, che serpeggia inconsapevolmente nelle case di ignari spettatori domestici intrappolati da questa forza d'intrattenimento. Un film graffiante, a tratti scioccante, per la malvagità (o pazzia) di Suzanne, tipica oca giuliva, vestita con eccessivi tajeur color pasetllo, con unghie perfettamente curate, con capelli perfettamente laccati rincitrullita da un mondo fittizzio, lei che ha vittimizzato quasi tutti per il suo sogno, è rimasta inconsapevolmente vittima a sua volta. Suzanne Stone è magistralmente interpretato da una Nicole Kidman, che abbandona il ruolo di fragile e sensibile donna tormentata, ci regala un personaggio esaltato e sciocannte.
A Little Hope nel New Hampshire, la vivace Suzanne Stone ha deciso di uscire dal grigiore della fredda provincia e lo vuol fare tramite la televisione, nel cui potere crede ciecamente. Sposato Larry Maretto, figlio di un ristoratore locale, già nel viaggio di nozze in Florida rivela, accettando le avance di un produttore televisivo, la sua assenza di scrupoli morali. Autentica satira sul mondo statunitense, della sua televisione, del suo maniacale attaccamento all'immagine alla perfezione. Suzanne Stone è la personificazione del futile e della stupidità. E' una ragazza appartenente alla società media americana, vive nella tipica cittadina di provincia dove tutto nasce, vive e muore in un'atmosfera perbenista, perfettamente falsa, quasi irreale e tremendamente noiosa. Nella sua vita, tutto, sembra perfetto, eppure nella sua mente c'è qualcosa di distorto. La sua caparbietà è al limite del morboso e del disturbato. Decisa nei suoi progetti, ha sempre saputo quello che voleva dalla vita, fin da bambina e nessuno sarebbe stato mai in grado di fermarla: ne la sua famiglia, ne la sua città, ne suo marito, ne la sua situazaione di bambola sottosviluppata. Niente ha impedito a Suzanne di progettare il suo futuro aspirando al meglio. Profondamente sicura di se, al limite del ridicolo, non accetta un no come risposta, la parola fallimento non fa parte del suo vocabolario, ne' nel suo matrimonio, ne' sopratutto nel suo lavoro. Non ha nessun scrupolo, è disposta ad usare tutte le sua carte: astuzia, cattiveria, appeal, tenacia, e, per ultimo, l'omicidio. Una figura insolita dentro un piccola cittadina nel cuore degli States, ma questo film è l'esempio di come la televisione, con la sua forza manipolatrice, possa arrivare dappertutto. Un potere notevolissimo, ma anche terrificante. Gus Van Sant, in maniera subdula e sorniona ci mostra l'esasperazione di un sentimento che è presente nella società americana, che serpeggia inconsapevolmente nelle case di ignari spettatori domestici intrappolati da questa forza d'intrattenimento. Un film graffiante, a tratti scioccante, per la malvagità (o pazzia) di Suzanne, tipica oca giuliva, vestita con eccessivi tajeur color pasetllo, con unghie perfettamente curate, con capelli perfettamente laccati rincitrullita da un mondo fittizzio, lei che ha vittimizzato quasi tutti per il suo sogno, è rimasta inconsapevolmente vittima a sua volta. Suzanne Stone è magistralmente interpretato da una Nicole Kidman, che abbandona il ruolo di fragile e sensibile donna tormentata, ci regala un personaggio esaltato e sciocannte.
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bellissima disamina, la Kidman è superba.
RispondiEliminauna delle sue migliori interpretazioni, complimenti per il blog :)
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