In Questa Nostra Vita (1942)
Drammone targato Warner Bros che sfrutta senza infamia e senza lode lo star power di due signore come Bette Davis e la de Havilland. Un film sopratutto legato alla forza interpretativa della Davis e alla sua grazia "sgraziata", sa cosa fare e come dev'essere fatto, la sua spavalda sicurezza si percepisce e non è un male. Ma il film non è profondo, fatica a reggere il filo, e Huston alla sua seconda regia sembra quasi intimorito dalla potenza della Davis che anche se lasciata in tutta libertà riesce comunque ad essere precisa e mirata nell'esporre le sue emozioni. Per questo motivo, copre, purtroppo, la delicatezza di una De Havvilland ancora sotto effetto "Via Col Vento", ma che avrebbe meritato più attenzione per sviluppare un personaggio potenzialmente interessante.
Volto Di Donna (1941)
Sul volto di Joan Crawford si potrebbero scrivere fiumi di parole. Ma è questo film di Cukor che ci consente di comprendere la sua importanza, la sua bellezza struggente, la sua potenza nel poter ritrarre con durezza ma anche con dolce femminilità, il dolore della "donna". In questo caso la donna è Anna, incattività dalla società, con quella sua cicatrice che rappresenta il risultato di una società arida e indifferente al sensibile bisogno di comprensione da parte della donna, sempre vittima dell'ignoranza umana, che la vede come un pesante fascio di sentimenti ed emozioni difficile da capire e da sopportare. Joan Crawford guidata dalla mano sicura e comprensiva di Cukor (che anche cambiando registro narrativo, con tinte più drammatiche, riesce a rimanere ancora meravigliosamente sensibile e delicato), nell'irrequietudine del suo spirito, nell'irregolarità del suo volto, racconta l'Odissea di una donna con la morte nell'animo e negli occhi, ma che ritroverà la via della salvezza nella semplice potenza dell'amore e della vita stessa.
Vertigine (1944)
Non ci sono altri aggettivi per descrivere Vertigine se non erotico. Grande noir del periodo d'oro hollywoodiano, dark, nero nel senso più completo del termine. Il titolo italiano, più di quello americano, descrive il sentimento portante del film. Una vertigine dal sapore sensuale ma anche terribilmente drammatico. La tensione sale fino a livelli insostenibili del finale. Gene Tierney da mozzare il fiato, stupemda.
Drammone targato Warner Bros che sfrutta senza infamia e senza lode lo star power di due signore come Bette Davis e la de Havilland. Un film sopratutto legato alla forza interpretativa della Davis e alla sua grazia "sgraziata", sa cosa fare e come dev'essere fatto, la sua spavalda sicurezza si percepisce e non è un male. Ma il film non è profondo, fatica a reggere il filo, e Huston alla sua seconda regia sembra quasi intimorito dalla potenza della Davis che anche se lasciata in tutta libertà riesce comunque ad essere precisa e mirata nell'esporre le sue emozioni. Per questo motivo, copre, purtroppo, la delicatezza di una De Havvilland ancora sotto effetto "Via Col Vento", ma che avrebbe meritato più attenzione per sviluppare un personaggio potenzialmente interessante.
Volto Di Donna (1941)
Sul volto di Joan Crawford si potrebbero scrivere fiumi di parole. Ma è questo film di Cukor che ci consente di comprendere la sua importanza, la sua bellezza struggente, la sua potenza nel poter ritrarre con durezza ma anche con dolce femminilità, il dolore della "donna". In questo caso la donna è Anna, incattività dalla società, con quella sua cicatrice che rappresenta il risultato di una società arida e indifferente al sensibile bisogno di comprensione da parte della donna, sempre vittima dell'ignoranza umana, che la vede come un pesante fascio di sentimenti ed emozioni difficile da capire e da sopportare. Joan Crawford guidata dalla mano sicura e comprensiva di Cukor (che anche cambiando registro narrativo, con tinte più drammatiche, riesce a rimanere ancora meravigliosamente sensibile e delicato), nell'irrequietudine del suo spirito, nell'irregolarità del suo volto, racconta l'Odissea di una donna con la morte nell'animo e negli occhi, ma che ritroverà la via della salvezza nella semplice potenza dell'amore e della vita stessa.
Vertigine (1944)
Non ci sono altri aggettivi per descrivere Vertigine se non erotico. Grande noir del periodo d'oro hollywoodiano, dark, nero nel senso più completo del termine. Il titolo italiano, più di quello americano, descrive il sentimento portante del film. Una vertigine dal sapore sensuale ma anche terribilmente drammatico. La tensione sale fino a livelli insostenibili del finale. Gene Tierney da mozzare il fiato, stupemda.
La Ragazza Di Campagna
Dramma strappalacrime e sentimentale che ha reso Grace Kelly una star, procurandole un meritato Oscar. Straordinaria, emozionante, bellissima. Un film che vale la pena ricordare se non altro per la bellezza delle interpretazioni. Anche Crosby in una insolita ma efficacissima aurea negativa e drammatica regala una prova convincente e intensa: riesce a dare un tocco di classe anche ad un personaggio patetico e malinconico come Frank Elgin, una prova non facile superata brillanetemente. Bravo anche William Holden ma la parte del bello e fascionoso forse cominciava a stancarlo.
Dramma strappalacrime e sentimentale che ha reso Grace Kelly una star, procurandole un meritato Oscar. Straordinaria, emozionante, bellissima. Un film che vale la pena ricordare se non altro per la bellezza delle interpretazioni. Anche Crosby in una insolita ma efficacissima aurea negativa e drammatica regala una prova convincente e intensa: riesce a dare un tocco di classe anche ad un personaggio patetico e malinconico come Frank Elgin, una prova non facile superata brillanetemente. Bravo anche William Holden ma la parte del bello e fascionoso forse cominciava a stancarlo.
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