I ragazzi stanno bene è un film di Lisa Cholodenko del 2010, con Mia Wasikowska, Julianne Moore, Mark Ruffalo, Josh Hutcherson, Annette Bening, Yaya DaCosta, Rebecca Lawrence, Kunal Sharma, Amy Grabow, Eddie Hassell. Prodotto in USA. Durata: 104 minuti. Distribuito in Italia da Lucky Red.
Due fratelli adolescenti che vivono con le loro madri gay vanno in cerca del loro padre biologico e lo introducono nel nucleo familiare. Il suo arrivo sconvolgerà gli equilibri cambiando per sempre il corso degli eventi
La forza dello stare insieme vince sulle difficoltà di ogni coppia, ma se questa coppia è composta da un duo lesbico emancipato e un po' hippie l'esito sarà sicuramente dei più curiosi e anche divertenti. È l'idea alla base di "The Kid Are All Right" che sicuramente non sarebbe stato lo stesso senza le due prove di forza delle sempreverdi Julianne Moore e Annette Bening. Si, perché alla fine il film di Lisa Cholodenko è un esercizio di regia fondato soprattutto sull'uso degli attori che cercano di evitare la via della banalità.Il tema basterebbe comunque a tenere in piedi anche la più banale delle storie e al di là di tutto il contorno di tradimenti, giardini da curare, padri ritrovati, "The Kid Are All Right" è un degno esempio di cinema indipendente americano con tutti i pro e purtroppo anche con tutti i contro: non serve però farne un elenco né perdere tempo ad analizzare ciò che non va nel film, meglio sarebbe concentrarsi sul messaggio che il racconto riesce a lanciare, anche se solo a metà e con qualche forzatura. Il succo è che le coppie, di ogni forma, colore, tipo ecc, affrontano nel quotidiano una serie infinita di problemi e preoccupazioni: non è perché Nic e Jules sono lesbiche che avranno il triplo dei problemi di una coppia etero, anzi forse è il contrario, la loro (qualche volta pessima) abitudine di mettere sempre tutto in chiaro, di esporre in modo netto i sentimenti, è certamente un modo intelligentissimo per evitare gli angoli bui e oscuri di una situazione non semplice come crescere due figli in un ambito familiare non comune. È un codice che ogni famiglia si crea, il problema non è la quantità dei problemi da affrontare ma come li si affrontano. E che cosa succede se un elemento estraneo (il padre-provetta un po' playboy un po' tonto dei figli della coppia protagonista) si insinua incrinando quell'equilibrio da sempre ritenuto solido? Gli effetti sono disastrosi, lo sarebbero per ogni coppia, anche la più forte e resistente di questo mondo. E allora come reagire? Che cosa fare? Come comportarsi? Il punto è non perdere la strada maestra della solidità della fiducia reciproca, che è anche fatta di sbagli riparati, menzogne poi chiarite, tradimenti perdonati. Insomma, ciò che "The Kid Are All Right" racconta è un modello di famiglia universalizzabile, che ha le stesse caratteristiche di una famiglia comune: e alla fin fine che cosa è davvero comune e cosa non lo è? Le "stranezze" o le inusualità esistono in qualsiasi famiglia e la capacità di crearne una nasce dal bisogno di sentirsi collegati, un bisogno che non ha sesso, età, religione, orientamento sessuale. La famiglia è questo: bisogno di stare insieme e condividere. I problemi diventanto rilevanti una volta trovato il modo di superarli. Nic e Jules ci riescono? Forse si ma non per la straordinarietà della loro relazione ma perché sono disposte a perdonarsi, andare avanti come ogni famiglia degna di questo nome dovrebbe fare.
Pubblicato su Loudvision http://lv11.it/w6br4
Due fratelli adolescenti che vivono con le loro madri gay vanno in cerca del loro padre biologico e lo introducono nel nucleo familiare. Il suo arrivo sconvolgerà gli equilibri cambiando per sempre il corso degli eventi
La forza dello stare insieme vince sulle difficoltà di ogni coppia, ma se questa coppia è composta da un duo lesbico emancipato e un po' hippie l'esito sarà sicuramente dei più curiosi e anche divertenti. È l'idea alla base di "The Kid Are All Right" che sicuramente non sarebbe stato lo stesso senza le due prove di forza delle sempreverdi Julianne Moore e Annette Bening. Si, perché alla fine il film di Lisa Cholodenko è un esercizio di regia fondato soprattutto sull'uso degli attori che cercano di evitare la via della banalità.Il tema basterebbe comunque a tenere in piedi anche la più banale delle storie e al di là di tutto il contorno di tradimenti, giardini da curare, padri ritrovati, "The Kid Are All Right" è un degno esempio di cinema indipendente americano con tutti i pro e purtroppo anche con tutti i contro: non serve però farne un elenco né perdere tempo ad analizzare ciò che non va nel film, meglio sarebbe concentrarsi sul messaggio che il racconto riesce a lanciare, anche se solo a metà e con qualche forzatura. Il succo è che le coppie, di ogni forma, colore, tipo ecc, affrontano nel quotidiano una serie infinita di problemi e preoccupazioni: non è perché Nic e Jules sono lesbiche che avranno il triplo dei problemi di una coppia etero, anzi forse è il contrario, la loro (qualche volta pessima) abitudine di mettere sempre tutto in chiaro, di esporre in modo netto i sentimenti, è certamente un modo intelligentissimo per evitare gli angoli bui e oscuri di una situazione non semplice come crescere due figli in un ambito familiare non comune. È un codice che ogni famiglia si crea, il problema non è la quantità dei problemi da affrontare ma come li si affrontano. E che cosa succede se un elemento estraneo (il padre-provetta un po' playboy un po' tonto dei figli della coppia protagonista) si insinua incrinando quell'equilibrio da sempre ritenuto solido? Gli effetti sono disastrosi, lo sarebbero per ogni coppia, anche la più forte e resistente di questo mondo. E allora come reagire? Che cosa fare? Come comportarsi? Il punto è non perdere la strada maestra della solidità della fiducia reciproca, che è anche fatta di sbagli riparati, menzogne poi chiarite, tradimenti perdonati. Insomma, ciò che "The Kid Are All Right" racconta è un modello di famiglia universalizzabile, che ha le stesse caratteristiche di una famiglia comune: e alla fin fine che cosa è davvero comune e cosa non lo è? Le "stranezze" o le inusualità esistono in qualsiasi famiglia e la capacità di crearne una nasce dal bisogno di sentirsi collegati, un bisogno che non ha sesso, età, religione, orientamento sessuale. La famiglia è questo: bisogno di stare insieme e condividere. I problemi diventanto rilevanti una volta trovato il modo di superarli. Nic e Jules ci riescono? Forse si ma non per la straordinarietà della loro relazione ma perché sono disposte a perdonarsi, andare avanti come ogni famiglia degna di questo nome dovrebbe fare.
Pubblicato su Loudvision http://lv11.it/w6br4
sono decisamente d'accordo. un film valido però anche con alcuni diffettucci e che forse sarebbe potuto essere meglio
RispondiEliminaperò il retrogusto che mi ha lasciato è molto gradevole