domenica 27 febbraio 2011

Donne In Attesa (1952)


Un film di Ingmar Bergman. Con Carl Ström, Gerd Andersson, Björn Bjelfvenstam, Maj Britt Nilsson, Jarl Kulle, Birger Malmsten, Gunnar Björnstrand, Eva Dahlbeck, Anita Björk, Karl-Arne Holmsten, Aino Taube, Håkan WestergrenTitolo originale Kvinnors Väntan. Commedia, b/n durata 80 min. - Svezia 1952.

Quattro donne si riuniscono in una casa per le vacanze aspettando i loro. Tutte e quattro sposate con quattro figli di una nota famiglia industriale, avranno il tempo di conoscersi meglio e raccontarsi le gioie e i tormenti del matrimonio. Sarà l'occasione per condividere momenti di dolore ma ci sarà spazio anche per qualche pizzico di felicità
“Donne In Attesa” è uno dei primi passi che Bergman muove nell'analisi della vita di coppia che riprendere in più occasioni in un percorso lungo quanto la sua filmografia e che tocca punte altissime come “Scene Da Un Matrimonio”
Il matrimonio come vincolo sociale e affettivo è stato sempre materia di ampia discussione praticamente ovunque è un elemento essenziale per l'uomo quanto lo è l'aria, ed è bellissimo oltre che abbastanza inusuale per quei tempi che il matrimonio venga raccontato, ricordato, analizzato da 4 personaggi femminili un po' intrappolate nell'ipocrisia sociale un po' libere di esprimersi forti del cambiamento culturale in atto. Bergman capta e racchiude in un simposio di parole e racconti il disagio e al tempo stesso la bellezza, la gioia ma anche il dolore di essere una donna nel matrimonio, l'altra metà spesso considerata la seconda in ordine di importanza ma al contrario il fulcro degli impulsi più violenti e la culla delle reazioni e dei sentimenti più forti. Quattro donne che con esperienze diverse affermano la loro presenza in questo mondo e nei loro matrimoni diventando un po' madri dei loro mariti e amiche di loro stesse per le loro pene. Quattro episodi raccontati in modo diverso, con tagli diversi ma visti con gli occhi di un Bergman quasi accondiscendente, impotente davanti alle sue "creature" che diventanto grandi ma comunque onnipresente: è il padre saggio, il nostro silenzioso narratore.
La bellezza unica dell'essere donna risiede nel fatto che è composta da mille facce tutte diverse e l'amore di una donna nasce, cresce ma quasi mai muore, forse è l'istinto materno o forse la dolce e volitiva arrendevolezza di cadere nelle emozioni più pure.
Bergman gioca con gli spazi, con le luci quasi a simboleggiare la frammentaria natura dell'animo femminile e dell'amore che è capace di provare. Le storie cucite addosso alle protagoniste hanno la conformità e la strutture dei loro volti, dei loro pensieri. E' un lavoro registico straordinario e sottile che trova una buona base nell'immensa prova attoriale delle quattro attrici che danno volto a queste donne reali e quasi innalzate ad idoli.
E' un film da guardare con attenzione, con calma e con affetto. E' un film da cullare e da amare con totale disinvoltura.

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